Da Doctornews del 24 novembre 2020.
Stabilire rigorosi percorsi di entrata, attesa e uscita negli studi, eseguire il test antigenico rapido solo su previo appuntamento in un locale dedicato con una buona aereazione e che non sia di passaggio, sanificare le superfici tra un prelievo e l’altro. Queste sono alcune delle indicazioni contenute nella Nota tecnica diffusa dall’Istituto superiore di sanità (Iss) per “Esecuzione dei test diagnostici negli studi dei pediatri di libera scelta e dei medici di medicina generale”, realizzata in collaborazione con il Ministero della salute, la Fnomceo (Federazione nazionale degli ordini dei medici) e l’Inail, e online sul sito dell’Iss.
Un documento che include diversi temi: dalle misure generali di prevenzione e controllo dell’infezione – dall’igiene delle mani alla pulizia e disinfezione degli strumenti e degli ambienti, passando per la gestione dei rifiuti e l’organizzazione delle modalità di accesso allo studio medico – alla spiegazione delle procedure per l’esecuzione dei test rapidi antigenici che, analogamente a quelli molecolari, valutano la presenza del virus nel campione clinico. Con la differenza che i test antigenici rilevano la presenza del virus non tramite il suo acido nucleico (Rna) come quelli molecolari, ma tramite le sue proteine (antigeni). Il risultato dei test rapidi antigenici può essere direttamente visibile a occhio nudo o letto mediante uno strumento analizzatore compatto e trasportabile. Proprio per tali caratteristiche questo tipo di test può essere eseguito in uno studio medico o in aree dedicate senza la necessità di essere effettuato in un laboratorio. Come spiega la Nota, il tampone deve essere processato nel più breve tempo possibile, generalmente entro un’ora dal prelievo e il risultato si ottiene in 15-30 minuti. Il test può risultare negativo se la concentrazione degli antigeni è inferiore al limite di rilevamento del test come, ad esempio, nella fase tardiva dell’infezione o risultare falsamente positivo per problemi di specificità, e per tale motivo, il test antigenico rapido positivo può necessitare di conferma mediante test molecolare.
Per gli studi pediatrici la Nota indica qualche raccomandazione in più:
– Separare gli accessi riservati ai bilanci di salute e alle attività vaccinali dagli accessi per l’esecuzione del test diagnostico per Sars-CoV-2.
– Raccomandare che l’accesso ai locali dello studio sia consentito ad un solo accompagnatore per bambino e che l’accompagnatore sia in buona salute.
– Prevedere un percorso prioritario per l’esecuzione del test a bambini immunodepressi o con patologie pregresse e, sotto i 6 anni, a quelli che frequentano la comunità infantile.
– Prevedere un approccio differente nella procedura di prelievo in relazione all’età e alla compliance del bambino, prevedendo il supporto del personale infermieristico.
«Abbiamo voluto contribuire fattivamente alla sicurezza degli operatori sanitari e dei cittadini con un documento agile e operativo che possa rispondere ai dubbi dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta chiamati a contribuire fattivamente in questo momento di grande richiesta di test diagnostici», dichiara Paolo D’Ancona, ricercatore del Dipartimento di Malattie infettive dell’Iss. «Siamo da tempo all’interno dei Gruppi di lavoro con l’Istituto superiore di sanità – spiega il segretario della Fnomceo, Roberto Monaco -. Una collaborazione fattiva, che in questo 2020, funestato dalla pandemia di Covid si è fatta sempre più intensa e proficua. Questo Documento è l’occasione per apportare il nostro contributo professionale. Ad esso si affiancheranno due video – tutorial sulle modalità per effettuare i tamponi, negli adulti e nei bambini. Questi contenuti, che codificano procedure condivise, sono la prova che, quando si ascoltano i professionisti, che tali procedure devono poi applicare, si ottengono risultati di qualità».
Leggi e scarica la circolare ISS dal sottostante linK