MEDICO COMPETENTE – PUBBLICATO L’ELENCO ALLA LUCE DELLA REVISIONE DISPOSTA DAL COMMA 4 DELL’ART. 38 DEL D.LGS. 81/08 E DAL DM 04/03/2009 RIFLESSIONI E INVITO AL DIBATTITO A CURA DELLA COLLEGA ENRICA RANALDI
Cari colleghi, in data 4 aprile sul sito del Ministero della Salute è stato pubblicato il nuovo Elenco Nazionale dei Medici Competenti, a cura dell’Ufficio II della Direzione Generale della Prevenzione, ai sensi di quanto disposto dal comma 4 dell’art. 38 del D.Lgs. 81/08 e dal DM 04/03/2009 –
Vedi link http://www.salute.gov.it/MediciCompetentiPortaleWeb/ricercaMedici.jsp
L’attuale revisione si limita a riconoscere 4.400 medici rispetto agli oltre 10.000 presenti nel vecchio elenco, e ciò è dovuto principalmente alla mancata autocertificazione dell’acquisizione dei crediti del triennio 2011-2013 e della successiva proroga del 2014, concessa per il recupero di crediti mancanti, oltre che al sistema di registrazione a livello ministeriale non ancora a regime.
In una nota lo stesso ufficio preposto riconosce la possibilità di errori, anche a causa della mancata trasmissione degli Enti certificatori, e resta a disposizione per l’inoltro di rettifiche o autocertificazioni tardive, per consentire il reinserimento dei nominativi dei colleghi scartati.
Si invitano quindi i colleghi interessati a compilare e inviare con la massima urgenza all’indirizzo mail di posta elettronica certificata medicicompetenti@postacert.sanita.it il modulo allegato.
Come ricorderete la norma, fortemente voluta anche dalla Simlii, pone il medico competente in una posizione unica nel panorama dei crediti ECM : nessun altro professionista è soggetto a tale obbligo, nemmeno per l’esercizio di specialità di estrema complessità.
Se da un lato questa regola così restrittiva vuole sottolineare la professionalità del medico, la sua “competenza”, e la delicatezza dell’incarico, dall’altra può risultare così penalizzante da spingerlo alla ricerca di crediti, qualunque essi siano purché “specifici”, e spesso economicamente molto onerosi, per non perdere la posizione nell’elenco nazionale e conseguentemente il rapporto di lavoro con l’azienda.
Quindi, se nelle intenzioni del legislatore si è voluto dare un riconoscimento così elevato al medico competente, proprio per sottolineare l’indispensabilità e l’importanza del suo ruolo, ci si aspetterebbe che all’interno delle aziende tale funzione venisse maggiormente riconosciuta, e semmai incentivata, proprio allo scopo di fornire al datore di lavoro quell’apporto consulenziale in tema di salute e sicurezza del lavoro di elevata qualità professionale e indispensabile per l’istituzione di un Sistema di Gestione della Sicurezza sul Lavoro (SGSL) che veda il medico costantemente coinvolto.
In questo senso sarebbe da intendere lo spirito della Sentenza della Cassazione n. 1856/13 del 2012 che ritiene giustificato perseguire il medico competente per la mancata valutazione del rischio, con la conseguente attribuzione della relativa responsabilità penale, essendo proprio tale figura quella di maggior rilievo professionale nell’ambito della sicurezza aziendale.
Ma nella sanità pubblica, non diversamente che nel privato, è noto a tutti come all’interno degli atti aziendali spesso tale figura continui ad essere posta in posizioni sia organizzative che contrattuali molto deboli, subalterne e mal retribuite.
Infatti è esperienza condivisa con la maggior parte dei medici competenti, che a fronte di una peculiarità così specifica, si continuano a mantenere inalterati certi ruoli all’interno di un mondo del lavoro in continuo cambiamento e che addirittura vanifica anche diritti acquisiti, si continuano a vedere datori di lavoro che fanno scelte esclusivamente secondo regole di stringente economia, direzioni strategiche di aziende pubbliche impegnate in azioni da “tagliatori di teste” contrabbandate per riduzione della spesa, e infine un inalterato e spesso poco trasparente ricorso agli appalti, con investimenti tanto inutili quanto costosi (vedi il recente report della Guardia di Finanza sugli appalti pubblici).
E infine, quanti di noi hanno fatto esperienza dello sconcertante imbarazzo leggibile sulle facce dei manager, ancora oggi inspiegabilmente digiuni di conoscenze in materia, che traspare nelle riunioni periodiche sulla sicurezza…..
Allora, è questo che vogliamo, far crescere il prezzo del medico competente in azienda creandogli intorno un meccanismo perverso solo per lui, oppure agire nell’ambito delle organizzazioni per ridare il giusto peso, la giusta visibilità e la giusta retribuzione a un professionista che sottoscrive ogni certificazione che emette, che si assume la responsabilità del destino lavorativo di ogni dipendente che visita, e che paga di persona per ogni irregolarità, vera o presunta, riscontrata dall’organo di vigilanza ?
Mi piacerebbe che qualcuno di voi mi aiutasse a trovare una risposta.
Cordiali saluti
Enrica Ranaldi