Il Governo ipotizza l’ipotesi di svincolare le risorse per i contratti della Sanità dal fondo per la pubblica amministrazione e destinare una quota vincolata nel Fondo Sanitario Nazionale. In ogni caso le risorse sarebbero insufficienti a garantire un congruo adeguamento. Al momento non si intravedono spiragli per scongiurare lo sciopero del 28.
Da Quotidianosanità del 22 NOV – Le risorse per i rinnovi contrattuali del personale dipendente e convenzionato del Servizio sanitario nazionale verranno da una quota vincolata a carico del Fondo sanitario nazionale. Questo quanto stabilito dall’atteso emendamento del Governo alla legge di Bilancio, annunciato nei giorni scorsi dallo stesso ministro delle Salute, Beatrice Lorenzin,dopo l’incontro con i sindacati medici dipendenti e dell’area convenzionata, e depositato ieri presso la V commissione di Montecitorio.
Tuttavia, contrariamente a quanto prospettato nei giorni scorsi dal ministro Lorenzin l’emendamento governativo pone a carico del Fsn la copertura degli oneri per i rinnovi di contratto e convenzione, confermando i timori dei sindacati del comparto e delle Regioni su una possibile ulteriore erosione dell’aumento degli stanziamenti per il settore.
Nella relazione illustrativa dell’emendamento si spiega come i criteri per determinare l’ammontare delle risorse destinate ai rinnovi contrattuali del personale dipendente e convenzionato del Ssn siano stati inizialmente individuati con Dpcm del 18 aprile 2016 in coerenza con quanto previsto per i rinnovi contrattuali del personale dipendente delle amministrazioni statali, dal comma 466 dell’articolo 1 della legge n. 208 del 2015.
Il Dpcm, infatti, tenendo conto degli stanziamenti già previsti dal comma 466 per il rinnovo dei contratti del personale dipendente delle amministrazioni statali, ha stabilito che gli oneri per la contrattazione collettiva per il personale dipendente da amministrazioni diverse dalle amministrazioni statali, siano determinati per il triennio 2016-2018 nella misura dello 0,4% del “monte salari”.
Per effetto di quanto previsto dall’articolo 52 (commi 2 e 4) della legge di Bilancio, con apposito Dpcm si dovrà provvedere ad aggiornare sia le risorse aggiuntive da destinare al rinnovo dei contratti del personale dipendente dalle amministrazioni statali previsto dal comma 466 citato, sia i criteri già previsti dal Dpcm 18 aprile 2016 per determinare l’ammontare delle risorse destinate ai rinnovi contrattuali del personale dipendente da amministrazioni diverse dalle amministrazioni statali, compreso pertanto il personale dipendente e convenzionato del Servizio sanitario nazionale.
L’emendamento proposto dal Governo pertanto ha l’obiettivo di assicurare, a decorrere dalla data di adozione del Dpcm che provvederà ad aggiornare i criteri già previsti dal Dpcm 18 aprile 2016, che agli oneri complessivi annuali per i rinnovi contrattuali del personale dipendente e convenzionato del Ssn come determinati a seguito dell’aggiornamento dei criteri di cui all’articolo 52, comma 4 citato, si faccia fronte con una quota annuale del livello di finanziamento del fabbisogno nazionale standard cui concorre lo Stato, a tal fine espressamente vincolata.
Secondo le prime stime di fonte sindacale per il biennio 2016-2017 le risorse per il rinnovo dei contratti ammonterebbero a 288 mln per il comparto sanità (Dirigenza e Professioni) mentre per la convenzionata il finanziamento dovrebbe essere di circa 74 mln nel biennio (Per la dirigenza sanitaria si parla di 110 mln nel biennio). Aumento medio previsto per i medici di 600 euro lordi annui.